ADOLESCENZA E RELAZIONI INTERPERSONALI

ADOLESCENZA E RELAZIONI INTERPERSONALI

L’adolescente, con i suoi comportamenti e con il suo modo di essere, mette in discussione comportamenti e modo di essere dei genitori. Questo non significa che la contrapposizione o il conflitto siano aperti e dichiarati, né che la messa in discussione sia consapevole.

L’adolescente ha il compito di separarsi e individuarsi come persona adulta. Per fare questo ha bisogno, innanzitutto, di convincere i genitori (ma anche se stesso) di non avere più bisogno di loro come nel passato: sente di essere diverso e di avere bisogni e desideri diversi, così come probabilmente sono diversi i genitori.

Il legame tra loro non può più essere come quello del passato. La paura che questo può comportare ( di essere lasciato solo, di non essere compreso) può bloccare tale processo, soprattutto quando l’adolescente non è sostenuto e accompagnato lungo questo percorso di crescita.

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L’adolescenza dei ragazzi, come affrontarla al meglio da genitore.

Si tratta di un percorso tutt’altro che lineare, fatto di momenti di ritorno all’infanzia che possono anche disorientare il genitore che si trova di fronte, di volta in volta, un bambino o un adulto. Questa confusione non fa che rispecchiare quella dell’adolescente, che si ritrova a dover integrare tutti i cambiamenti che lo invadono, talvolta all’improvviso: cambiamenti corporei, relazionali ed emozionali.

Il conflitto che ne può risultare, spesso a partire da diversità legate al continuum dipendenza/autonomia ( le chiavi di casa, gli orari, la scelta della scuola da frequentare o degli amici ) può portare a dolorosi sentimenti di sfiducia o disistima reciproca.

Ma, se l’adolescente ha bisogno di svalutare i genitori per abbandonare l’immagine di questi genitori come infallibili, egli ha anche bisogno di un genitore con cui identificarsi e da cui continuare a ricevere stima e affetto, proprio a causa del fatto che la sua autostima è strettamente legata a quello che i genitori gli rimandano.

Il bisogno dell’adolescente di appartenere a un gruppo risponde alle necessità psichiche di identificazione e di appartenenza da un lato e di sperimentazione di sé e delle proprie competenze dall’altro.

Questo continuo giocarsi e giocare parti di sé è estremamente utile quanto faticoso.

Che fare?

Se l’adolescente è sostenuto e accompagnato, esso può facilitare una maggiore consapevolezza di sé, dei propri limiti e delle proprie capacità e potenzialità.

Diventa di primaria importanza riuscire a creare una relazione funzionale. Funzionale è una relazione in cui i bisogni sono soddisfatti ed esiste un buon limite; ambedue le parti saranno agenti di scelte, libere, responsabili. Ognuno è consapevole dei propri bisogni, diritti e doveri.

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LARA LENTI

Sono una Psicologa dello Sviluppo e dell’Educazione con formazione sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e una Psicoterapeuta Rogersiana, titolo ottenuto presso l’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona.

Svolgo la mia attività in Studio e presso Istituti occupandomi di adulti, adolescenti e bambini.